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Covid 19, Ge healthcare con Ncimi per la gestione delle polmoniti

Aziende Redazione DottNet | 05/08/2020 14:14

La divisione medicale di General Electric sta lavorando con il National Consortium of Intelligent Medical Imaging (NCIMI), guidato dall’ateneo inglese, per sviluppare soluzioni digitali che aiutino nella diagnosi e nella gestione della polmonite caus

La divisione medicale di General Electric sta lavorando con il National Consortium of Intelligent Medical Imaging (NCIMI), guidato dall’ateneo inglese, per sviluppare soluzioni digitali che aiutino nella diagnosi e nella gestione della polmonite causata dal nuovo coronavirus

Sviluppare e testare algoritmi in grado di aiutare il personale clinico nella diagnosi e nella gestione della polmonite da Covid-19: nasce con questo obiettivo la collaborazione tra GE Healthcare, divisione medicale di General Electric, e il National Consortium of Intelligent Medical Imaging (NCIMI) del Regno Unito, network di ospedali e professionisti attivi nel settore sanitario guidato dall’Università di Oxford.

Nel dettaglio il nuovo programma si concentrerà sullo sviluppo, il miglioramento e il test di potenziali algoritmi che possano aiutare a diagnosticare la polmonite da Covid-19, a prevedere quali pazienti svilupperanno gravi difficoltà respiratorie – tra le principali cause di mortalità nei pazienti che sviluppano la patologia – e quali pazienti potrebbero sviluppare problemi di funzionalità polmonare a lungo termine, anche quando si riprenderanno dalle difficoltà respiratorie.

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Attualmente, i medici non possono prevedere facilmente quali pazienti positivi al Covid-19 peggioreranno e richiederanno il ricovero in ospedale per bisogno di ossigeno e di eventuale ventilazione. Né è chiaro quali pazienti subiranno le conseguenze a lungo termine del danno polmonare dovuto alla polmonite da Covid-19. I team al lavoro nel nuovo programma mirano così a sviluppare algoritmi che incorporino i dati di migliaia di pazienti, i risultati degli esami di imaging, le osservazioni di laboratorio e quelle cliniche per fornire sia una diagnosi più rapida che una previsione di come un paziente possa progredire e recuperare nel suo percorso di guarigione.

Attualmente alcuni pazienti ricoverati in ospedale non vedono un peggioramento dei loro sintomi, mentre altri che appaiono stabili possono deteriorarsi rapidamente. L'identificazione dei pazienti a più alto rischio di peggioramento e di problemi di funzionalità polmonare a lungo termine può aiutare i medici e gli assistenti ad accelerare il supporto intensivo, ma anche permettere a coloro che hanno un rischio minore di essere monitorati in un ambiente sicuro, potenzialmente anche a casa del paziente. GE Healthcare e NCIMI mirano a sviluppare strumenti per aiutare nella gestione di questi pazienti Covid-19 in diverse fasi: dal triage al monitoraggio acuto, dagli interventi alle dimissioni arrivando fino ai casi che richiedono un follow-up dopo il recupero.

"Sarebbe estremamente utile prevedere in una fase relativamente precoce della malattia quali saranno i pazienti che reagiranno bene, quelli che invece sono a rischio di peggioramento imminente e che dovrebbero essere ricoverati in terapia intensiva in quanto avranno bisogno di un supporto più intenso, e infine quelli che sono a più alto rischio di deterioramento ritardato e devono essere monitorati attivamente", afferma il radiologo Fergus Gleeson, professore di radiologia all'Università di Oxford e presidente della Società Europea di Imaging Toracico. "Queste distinzioni consentirebbero di concentrare le risorse ospedaliere su coloro che ne avranno bisogno durante la degenza e dopo la dimissione".

Lo studio - AI-enhanced Covid 19 Prognostic Algorithm (HOST) è approvato dalla Health Research Authority del Regno Unito.

L’impegno di GE Healthcare nella ricerca contro il Covid-19 non si esaurisce nel Regno Unito: insieme alle società Orange Healthcare e TheraPanacea, infatti, la divisione medicale di General Electric sta pianificando una collaborazione con l’Assistance Publique-Hôpitaux de Paris per creare un database relativo all'imaging del torace dei pazienti sospettati di essere stati infettati dal SARS-Cov-2. La collaborazione sostiene il progetto STOIC (ThOracian Scanner for the dIagnosis of Coronavirus19 pneumonia - Covid-19) condotto dal professor Marie Pierre Revel – capo dell'unità di imaging cardiotoracico dell'ospedale Cochin, a Parigi – con l’obiettivo di raccogliere 10.000 scansioni toraciche eseguite per sospetto Covid-19 in modo da comprendere meglio le risposte dei pazienti e sviluppare strumenti per valutare automaticamente la gravità della malattia.

Nel dettaglio, la collaborazione punta a sostenere un gruppo di 20 radiologi esperti della Société d'Imagerie Thoracique coinvolti nel progetto, che utilizzano una specifica applicazione web di visualizzazione di immagini 3D sviluppata da GE Healthcare e distribuita da Orange Healthcare attraverso un sistema di accesso sicuro alla rete e un’infrastruttura di hosting dei dati sanitari. Il software consente la visualizzazione di immagini 3D e l'annotazione da remoto delle lesioni polmonari bypassando le aree colpite dal virus e di fornire informazioni sui fattori di comorbilità vascolare, polmonare o legati al sovrappeso che possono influenzare il decorso della malattia.

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